Quando la fantasia diventa un disturbo

Questo articolo è la traduzione di un’intervista ad Eli Somer.

Articolo originale disponibile a questo link.


Tu e tuo fratello/sorella, entrambi giovan* ed ambizios*, state insieme. Siete entramb* bellissimi* e di successo e un* è il migliore amico dell’altr*. Entramb* avete un sacco di amici e provate per l’altr* un profondo affetto. 

Siete strapieni di ricchezze e della sensazione di aver avuto quello che volevate dalla vita. Sentite un gran senso di rivalsa verso tutti quelli che pensavano che avreste fallito. Vostra madre sarebbe stata orgogliosa di voi. 

Molti di noi tendono a sognare; queste fantasie occasionali e fugaci di solito non sono altro che una distrazione benigna. Sono una fuga temporanea da una routine frenetica e noiosa, solitamente innocua [la routine] dato che il sognatore può facilmente tornare alla realtà dopo pochi momenti. 

Ma c’è un altro tipo di fantasticheria che può rivelarsi molto più intensa e molto più difficile da controllare – e spesso segnala un problema più grosso. Può addirittura arrivare a dare dipendenza. Viene chiamato “Maladaptive Daydreaming” ed è un termine coniato dal Dr. Eli Somer, uno psicologo clinico e professore emerito dell’Università di Haifa in Israele. 

COM’E’ STATO SCOPERTO IL MALADAPTIVE DAYDREAMING?

La “scoperta” del MDD di Somer è arrivata circa 20 anni fa per una sorta di coincidenza, ci dice. “Molti pazienti presso il mio studio dedicato al trauma stavano alludendo alla loro vita fantastica. Le descrizioni della loro attività mentale hanno colto la mia attenzione perché rappresentavano una forma di fantasia molto vivida. Siccome era associata ad una difficoltà di funzionamento, l’ho chiamato “Malaptive Daydreaming”. https://www.youtube-nocookie.com/embed/uvdUr2nq_Ss?wmode=transparent&vq=hd1080

COSA PROVANO I PAZIENTI CHE SOFFRONO DI MDD?

Il fantasticare dei pazienti con esperienza di MDD è molto vivido, crea un senso di esistenza. Di solito è di tipo fantastico e slegato dalla realtà della persona. Gran parte delle persone con MDD riporta l’urgenza di fare movimenti ripetuti, come camminare avanti e indietro o dondolare. I pazienti affermano inoltre che durante il loro fantasticare ascoltano prevalentemente musica. 

E anche se è involontario, dice Somer, le persone che soffrono di MDD tendono a diventarne dipendenti. “Le persone hanno brama di ripetere l’esperienza e la preferiscono a molte altre responsabilità “della vita vera”, Somer ci riferisce.

Negli esempi all’inizio di questo articolo, entrambi i pazienti mostravano sintomi di MDD e stavano avendo problemi a controllare l’insorgere dei sogni. Avevano l’impressione di dover trovare qualcosa che innescasse i loro sogni per evitare di prendere coscienza della loro realtà: che non avevano un fratello/sorella che li amasse, che non erano ricchi o che la loro madre non era fiera di loro. 

Secondo l’American Psychiatric Association, qualsiasi comportamento o condizione mentale che può essere considerato come patologico se crea stress e/o interferisce con qualche area importante del funzionamento [della persona]. Questo è quello è quello che pone il MDD fuori dal normale fantasticare, dice Somer.

QUANT’E’ DIFFERENTE DAL NORMALE FANSTATICARE?

COME VIENE DIAGNOSTICATO IL MDD?

Tramite la sua ricerca, Somer ha concepito una Scala del Maladaptive Daydreaming composta da 16 punti. Gli specialisti di prassi useranno questa scala insieme a colloqui strutturati, per fare una diagnosi. Ai pazienti viene chiesto di riferire le fantasticherie avute durante il mese precedente e di valutare quanto spesso queste attività si sono verificate. Una domanda esempio: “Alcune persone sono così assorbite dal loro fantasticare che dimenticano dove si trovano. Quanto spesso dimentichi dove ti trovi quando fantastichi?”.

COME VIENE TRATTATO?

Un trattamento, ci dice Somer, non è sempre semplice col MDD. A volte inizia come un mezzo per resistere [inteso come convivere/sopportare] varie difficoltà come la depressione, la solitudine, l’ansia sociale. Per questo è vitale identificare tali problemi alla radice e risolverli correttamente, invece che trattare i sintomi del MDD. 

“E’ necessario trattarlo in questo modo aiutando i pazienti a monitorare il loro fantasticare e contrastarlo con attività incompatibili. Per esempio, è molto difficile fantasticare mentre si interagisce con altri o mentre si pratica Mindful Awarness [Mindfulness] concentrandosi sulla realtà esterna”, spiega. 

In più, Somer ha detto che lui e i suoi colleghi al momento stanno conducendo dei test clinici per valutare nuovi trattamenti potenziali. 

COS’E’ CAMBIATO RIGUARDO AL MDD DALLA SUA SCOPERTA?

Per scrivere il suo influente saggio nel 2002 coniando il termine, Somer ha sfruttato come pazienti sopravvissuti a traumi presso il suo studio di terapia. Così ha concluso poi, che il MDD era un’altra forma di dissociazione post-traumatica. A seguito di successive ricerche però, ha scoperto che anche se il MDD è collegato ad esperienze traumatiche e più comune tra sopravvissuti, un trauma non è un precursore necessario per il MDD. 

Dalla pubblicazione di quell’articolo, la ricerca sul campo è fiorita. Più di 32 articoli peer-reviewed [inteso come da altri ricercatori] sul MDD sono stati pubblicati. 

“Questo mi basta per dire che sono convinto del nostro aver definito il MDD come un costrutto affidabile e distinto, dice Somer, “Si sta acquisendo gradualmente la prova necessaria a considerarlo un disturbo psichiatrico effettivo”. 

SE QUALCUNO PENSA DI SOFFRIRE DI MDD, COME PUO’ RICEVERE L’AIUTO DI CUI HA BISOGNO?

Ci sono molti medici nel mondo che possono aiutare i pazienti con MDD. Anche se il suo studio è in Israele, spiega Somer, non è necessario trovarsi lì per poterlo consultare. Molte persone lo contattano tramite il suo sito di ricerca. “Ogni settimana ricevo molte richieste per un consulto professionale”, dice. “Arrivano da tutti gli angoli del mondo. Sono lieto di sapere che la consapevolezza sul MDD si stia diffondendo”.

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